19 Luglio 2019
16 Tamuz 5779 / 19 Luglio 2019 - Balaq (Numeri 22:2-25:9)
L’asina vide l’angelo dell’Eterno che stava sulla strada…e quindi deviò dalla strada e andò in un campo). Bilam batté l’asina per farla tornare sulla strada
(Numeri 22:23)
L’angelo dell’Eterno si posizionò in uno stretto passaggio tra le vigne, un muro da un lato e uno dall’altro…L’asina vide l’angelo e costretta verso il muro premette il piede di Bilam che la percosse ancora.
(Numeri 22:24-25)
L’angelo dell’Eterno continuò a farsi avanti e si mise in un luogo ancora più stretto ove non c’era spazio di dirigersi né a destra né a sinistra...l’asina si accovacciò e Bilam adirato colpì la sua asina con il bastone.
(Numeri 22:26-27)
Bilam, l’indovino ingaggiato dal re moabita Balaq per maledire i figli d’Israele, parte per adempiere al suo compito. Durante il viaggio, si manifesta un angelo inviato dal Signore ma all’inizio è visibile solo all’asina che l’indovino cavalcava. Quella visione fa bloccare l’asina per tre volte così da provocare le percosse di Bilam. Alla fine l’angelo si manifesta anche a Bilam e gli riferisce il messaggio divino: vai pure con Balaq ma potrai dire solo quello che Io ti dirò. Dalla bocca di Bilam, invece che maledizioni, usciranno benedizioni per i figli d’Israele.
Le modalità della manifestazione dell’angelo sono l’oggetto dell’analisi di Rav Chanoch Ehrentreu (1854-1924), il quale afferma che un individuo perde il libero arbitrio, e cade quindi nella colpa, dopo aver passato i tre stadi del percorso verso il peccato. All’inizio la via verso la colpa appare come una strada larga dove, se vogliamo, è ancora agevole voltare a destra o a sinistra o addirittura fare una inversione di marcia. Se si continua a procedere verso la colpa, la strada diventa più stretta, non abbiamo più la stessa facilità di movimento per modificare il percorso tanto da urtare le barriere che ora delimitano la nostra strada. In questo stadio intermedio è certamente più complicato manovrare ma tornare indietro è ancora possibile.
Ma se ci ostiniamo a procedere ancora su questa via, arriveremo nel luogo ancora più stretto ove non c’era spazio di dirigersi né a destra né a sinistra. In questo ultimo stadio perderemo le nostre facoltà decisionali per cambiare rotta, saremo intrappolati nei lacci dell’istinto al male che adesso ci governa definitivamente. Questo è quello determina in noi l’impossibilità a convertire il nostro cuore e cambiare le nostre azioni. L’istinto al male sta sulla soglia della nostra casa: quando bussa, possiamo non aprire e lasciarlo fuori. Se lo facciamo entrare diventerà un nostro ospite ma in questa situazione manteniamo sempre la facoltà di farlo uscire di casa. Ma se continueremo ad ospitarlo, allora si trasformerà nel nuovo padrone di casa. Questi versi costituiscono un vero e proprio invito, grazie al pensiero di Rav Ehrentreu, ad essere sempre indipendenti/liberi, nella consapevolezza che la nostra vera indipendenza/libertà viene solo dalla studio e dall’osservanza della Torà.
Shabbat Shalom
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