Samuel David Luzzatto – Podcast

Benvenuti in questo luogo sacro in cui le mie spoglie mortali riposano, cullate dalla quiete. Io sono Samuel David Luzzatto, meglio conosciuto come Shadal, sono nato il 22 agosto 1800, nella bellissima città di Trieste.

Provenendo da una tradizionale famiglia ebraica sefardita, sono cresciuto con un profondo apprezzamento per l'educazione religiosa e le attività intellettuali. I miei primi anni furono segnati dalle mie notevoli capacità sia negli studi ebraici che in quelli classici.

Crescendo, mi sono immerso nel profondo oceano di saggezza celato tra i testi della letteratura ebraica, esplorando le profondità del Talmud, dei testi midrashici e della grammatica ebraica. Ma la mia sete di conoscenza andava oltre i confini dei miei studi religiosi. Ho sviluppato un fascino per la letteratura classica, la filosofia e la linguistica, che ha ampliato i miei orizzonti intellettuali.

Il diciannovesimo secolo fu un periodo di immensi cambiamenti per la comunità ebraica e io mi trovai in prima linea in questi tempi di trasformazione.

La curiosità mi ha portato a viaggiare per l'Europa, alla ricerca di grandi studiosi per ampliare le mie conoscenze. A soli sedici anni ho iniziato a studiare sotto la guida del rabbino Marco Mortara, rinomato studioso talmudico di Padova. Sotto la sua guida, le mie capacità analitiche si affinarono a tal punto da permettermi di guadagnare la reputazione di giovane prodigio negli studi ebraici.

Ma non mi accontentavo di limitare la mia educazione ai soli testi ebraici. Ho intrapreso un viaggio linguistico, determinato a padroneggiare varie lingue. Arabo, aramaico, greco, latino e francese erano tra le tante lingue che ho approfondito. La mia abilità linguistica ha aperto nuove strade di esplorazione nella filosofia, nel misticismo e nella letteratura che esistevano al di fuori del pensiero ebraico tradizionale.

Sempre più affamato di conoscenza, mi sono impegnato nell'ambizioso compito di tradurre importanti opere greche e latine in ebraico, rendendole accessibili a un pubblico ebraico sempre più ampio. Opere come l'Etica di Aristotele, i Dialoghi di Platone e gli scritti di Seneca e Lucrezio hanno trovato nuova vita nelle mie traduzioni. Queste traduzioni gettarono le basi per i miei successivi scritti filosofici e teologici.

Tuttavia, il mio amore per la conoscenza si estendeva ben oltre mio intelletto. Sentivo che nutrire la mente non era abbastanza. Per questo ho cercato di colmare il divario tra filosofia, scienza ed ebraismo attraverso i miei scritti. Mi sono avvicinato ai testi religiosi con una mente aperta, integrando le intuizioni di varie discipline secolari, sostenendo un approccio olistico alla conoscenza.

Nel 1819 pubblicai a Vienna due opere: una breve raccolta di testi poetici (Kinnòr naìm) e il Formulario delle preghiere degli Israeliti secondo il rito italiano, traducendo dal tedesco di un testo di preghiere quotidiane e sottolineando l'importanza dell'uso dell'ebraico come lingua di culto per noi ebrei.

Dieci anni dopo mi venne affidata una prestigiosa cattedra e fui nominato professore di storia, filosofia e letteratura ebraica presso il Collegio rabbinico di Padova, dove insegnai fino alla fine dei miei giorni. Seguendo la mia vocazione all’insegnamento e alla condivisione di valori in cui credevo profondamente, dedicai gran parte del mio tempo e delle mie energie alla creazione di nuovi testi di studio per i miei studenti, con lo scopo di aiutarli ad avvicinarsi ai grandi insegnamenti dell'ebraismo, le lingue semitiche e la lingua ebraica. Nonostante la natura molto impegnativa del mio ruolo, ho vissuto l’insegnamento come una inesauribile fonte di ispirazione per coltivare e trasmettere valore.

Durante la mia vita ho intrattenuto una corrispondenza con eminenti studiosi, sia ebrei che non ebrei. Moses Mendelssohn, Giacomo Leopardi e Friedrich Schelling sono stati tra i giganti intellettuali con cui ho scambiato idee. Queste conversazioni hanno affinato i miei pensieri, ampliato i miei orizzonti intellettuali e mi hanno fornito nuove prospettive.

Al di là delle mie attività accademiche, ho trovato conforto nella poesia. Ho espresso i miei pensieri e le mie idee attraverso versi in rima sia in ebraico che in italiano. L'amore, la natura e la spiritualità spesso facevano da sfondo alla mia poesia, che cercava di intrecciare profondi concetti filosofici in composizioni esteticamente gradevoli.

Sebbene la mia vita non sia stata priva di difficoltà, in particolare di difficoltà finanziarie nel corso della mia carriera, sono rimasto saldo nella mia devozione agli studi e alle attività intellettuali. Per sostenermi ho fatto affidamento sul sostegno delle reti ecclesiastiche e comunali.

Con il passare degli anni, la mia influenza ha oltrepassato i confini dell’Italia. I miei scritti hanno ispirato una nuova generazione di pensatori ebrei che hanno abbracciato la possibilità di integrare ragione e tradizione. L’impatto delle mie convinzioni può ancora essere avvertito nel dialogo in corso tra gli ebrei ortodossi moderni e quelli secolari.

Purtroppo, una malattia mi colse all’improvviso e lottai per far sì che non scalfisse la mia vitalità e il mio amore per le storie. La mia giunse a termine il 30 settembre 1865, quando il mio ultimo respiro si sciolse nella brezza autunnale, accompagnando la mia anima in un luogo celato allo sguardo.

Con la mia scomparsa si è conclusa un’era di studi ebrei in Italia. Tuttavia, la mia eredità intellettuale continua a vivere attraverso i miei scritti, che continuano ancora oggi a ispirare studiosi e cercatori di conoscenza. Attraverso le mie traduzioni, i miei scritti e la mia poesia, ho mirato a integrare la conoscenza e incoraggiare la ricerca della verità. Giunto alla conclusione di questo breve viaggio attraverso il tempo, mi auguro che le mie parole custodiscano non solo la storia di un uomo, ma testimonianza.

Testimonianza dell’enorme potere generato curiosità intellettuale e spirituale, capaci di donare linfa all’anima di un intero popolo. Il mio popolo, il nostro, che da millenni resiste, sopravvive e prospera rigoglioso attraverso la condivisione delle idee e la forza di un’incrollabile fede.