Nel sacro abbraccio della memoria, ove i ricordi si intrecciano nel fiume perpetuo dell'esistenza, la quiete di questo luogo sacro custodisce una storia di gioia, dolore, illuminazione e profondissima fede. Il mio nome è Moses David Valle. Sono nato a Padova nel 1697 e questo è il racconto della mia vita e del mio cammino lungo il quale divenni di rabbino e cabalista.
Il Diciottesimo Secolo fu un periodo molto difficile per la comunità ebraica di Padova, che si trovò ad affrontare una situazione complessa e impegnativa. Sebbene i residenti ebrei fossero presenti a Padova fin dal Medioevo, il loro status e le loro condizioni variarono nel corso della storia.
Noi ebrei padovani fummo sottoposti a diverse restrizioni e discriminazioni. Dovevamo risiedere nel quartiere ebraico designato, noto come ghetto, fondato nel 1603. Il ghetto era uno spazio angusto e ristretto con alte mura e cancelli che venivano chiusi di notte, isolando la comunità ebraica dal resto della città.
Nonostante queste pesanti restrizioni, il diciottesimo secolo vide alcuni sviluppi positivi per la comunità ebraica padovana. Furono favoriti gli scambi intellettuali e culturali con intellettuali non ebrei, con conseguenti maggiori opportunità per gli studiosi ebrei. Inoltre, la Repubblica di Venezia concesse esenzioni fiscali favorevoli per attirare i mercanti ebrei, portando ad una maggiore prosperità economica.
Crescendo in questo scenario, sin da bambino, avvertii il richiamo di un sogno, divenuto poi un desiderio, per tramutarsi in un obiettivo: espandere gli orizzonti comuni della scienza e della fede e generare conoscenza attraverso l’equilibrio tra l’intelletto e le domande che si celano oltre i suoi confini.
Avevo una vasta conoscenza della Bibbia, della filosofia e della medicina, che ho studiato all'Università di Padova fino alla laurea. Ho imparato dai rabbini di Padova e, insieme a Moshe Chayym Luzzatto e Isaia Romanin, sono stato ordinato rabbino nel 1725. Quando Luzzatto fondò il circolo di studi cabalistici nel 1727, ero responsabile dell'organizzazione dei cicli di studi e alla fine ho assunto il ruolo di il leader del circolo dopo che Luzzatto venne tristemente costretto a lasciare Padova.
Gli ostacoli erano alti, soffiavano venti di violenza e intolleranza, ma nonostante ciò, il mio spirito continuava a brillare sempre più luminoso, tracciando al mio cuore una via nella tempesta e impedendo al mio capo di inchinarsi. Inciampai e caddi, abbracciai lacrime e disperazione, eppure in quelle notti più buie, la fede non smise di sussurrare parole di coraggio alla mia anima, nutrendola di speranza.
Durante questo periodo, infatti, Padova era sotto il dominio veneziano e la comunità ebraica era soggetta alle politiche della Repubblica Veneziana. La popolazione ebraica della città era relativamente piccola ma aveva un impatto significativo sull'economia locale, in particolare nei campi della medicina, della finanza e del commercio.
Il mio legame con Luzzatto era incredibilmente profondo e legato dal fascino condiviso verso il misticismo, tanto profondo che i nostri ruoli cambiarono da insegnante a studente e da studente a insegnante. Nonostante il diverso ruolo, la mia sete di conoscenza non si è mai placata, generando una produzione intellettuale sempre più prolifica. Ho lasciato un incredibile tesoro di scritti, raccolti in circa 15.000 pagine, scritti tra il 1722 e il 1774. Tra questi un commento profondo all'intera Bibbia.
Ho scritto anche il Séfer Shivìm Tikkunìm, ovvero Il Libro delle 70 Correzioni, un testo di commento mistico all'ultimo versetto della Torah, un testo in italiano, di critica al cristianesimo, intitolato "I sette giorni della verità", e il Séfer HaLikutìm, una serie di scritti in cui ho presentato i miei pensieri su vari argomenti.
Avevo un approccio mistico unico ai miei commenti, affermando che "il significato letterale del versetto è diretto verso il suo segreto, e il suo segreto verso il significato letterale". Il significato segreto trasporta e non trasforma quello letterale. Un concetto tutt’altro che astratto, se ci si concentra sul senso profondo delle parole.
La mia curiosità varcò i confini della letteratura sacra, espandendosi a tutto ciò che è legato al segreto della vita. Per questo i miei studi mi portarono ad essere anche esperto in altri campi… come in quello della medicina. Le mie ricerche, però, si basavano su una convinzione: credevo che la saggezza dei tempi antichi, per la maggior parte, fosse vera, mentre la saggezza del mio tempo fosse per lo più falsa. Pertanto, ho basato la mia pratica medica sulle teorie fisiologiche dei filosofi antichi, come il concetto dei "quattro umori" di Galeno e le metodologie di Ippocrate e Avicenna. Ho sostenuto che questo approccio, che "essenzialmente fa bene e solo occasionalmente causa danni", è superiore alla medicina chimica, che "occasionalmente fa bene e più spesso causa danni".
Scrissi inoltre nel Séfer HaLikutìm I: "E se sostieni che la saggezza deve essere paragonata a coloro che l'hanno ricevuta, e la medicina antica è stata buona per gli antichi, ma i nuovi richiedono una nuova medicina... sappi che questa è la via dell'inganno. La verità non cambierà mai nel corso dei secoli, e non dobbiamo discostarci in alcun modo da ciò che i nostri antenati ci hanno insegnato. Può cambiare solo la quantità di un farmaco, ma non la sua qualità."
L’equilibrio, infatti, è nella verità. E la verità non è scalfita dall’usura del tempo. Ne viene bensì nutrita, affinché le parole dei grandi maestri possano echeggiare tra i secoli, tracciando il cammino per le generazioni future.
Al contrario del proprio messaggio, ogni messaggero è condannato a seguire le inesorabili leggi del tempo. Così fu anche per me, quando Dio scelse di chiamarmi al suo cospetto. Il mio cammino nel mondo dei vivi giunse a conclusione proprio qui, a Padova, al crepuscolo dell’autunno. Le mie spoglie mortali riposano a pochi passi dal vostro sguardo.
Sulla lapide di fronte ai vostri occhi è incisa una frase, che reca l'iscrizione: "Qui giace il saggio, medico, cabalista Rabbi Moses David Valle, che morì martedì 7 Tevet 5537" ovvero il 17 dicembre 1776.
Qui giace un'anima che ha resistito alla tempesta della vita, una storia di trionfo, di tenacia, di rinascita. Ascolta attentamente, caro visitatore, mentre parlo, perché la fine del mio viaggio racchiude una saggezza unica.
L’istruzione è diventata la mia stella polare, accendendo la fame di volare lontano. Mi sono inginocchiato davanti alla saggezza, cercando il suo abbraccio, nella sua luce, trovando conforto, trovando grazia.
Oh, le meraviglie che ho portato alla luce attraverso la meraviglia della scoperta. Ora, la mia eredità e vostra e di tutti coloro che vorranno attingere dalla conoscenza che ho acquisito con il solo scopo di poterla condividere.
Ma lascia che ti sveli un segreto: è nella profondità della compassione che si cela la vera forza. La forza di donare quiete a un cuore turbato attraverso la luce della fede.
Ora, mentre contempli la pace di questa terra consacrata, porta con te il mio ricordo, lascia che ti avvolga. Possa la mia vita essere la testimonianza concreta che, per coloro che credono, la fede non conosce limiti.