Pensiero della settimana

18 Ottobre 2019

CON LE PAROLE DI RAV LOCCI

19 Tishrì 5780/18 Ottobre 2019 – Vigilia Shabbat Chol Hammoed Sukkot

Il primo giorno prenderete il frutto dell’albero d’ornamento, rami di palma, rami di alberi dalla fronda folta e salici dei torrenti…

Levitico 23:40

Il Lulav è l’insieme di quattro specie vegetali (un cedro, un ramo palma, tre di mirto e due di salice) che dobbiamo legare assieme e agitarlo ai quattro angoli della terra durante le preghiere dei sette giorni di Sukkot. Il sabato è l’unico giorno, tra i sette della festa, in cui non possiamo prenderlo. Quindi, questa settimana, quasi a dimostrazione del detto che dice che quando perdiamo una cosa ne cominciamo ad apprezzare il valore, mi soffermo su uno dei tanti significati simbolici di queste quattro specie come insegnato dal Ben Ysh Chay (Yosef Chayym 1835-1909).

  1. Lulav/לולב/Ramo di palma: se dividiamo la parola ebraica (לו-לב / Lo-LeV) assume il significato di “verso di Lui il cuore”. Allusione al fatto che dobbiamo unificare il nostro cuore (nel senso di far dominare l’istinto al bene sull’istinto al male che coesistono nei nostri cuori) verso la Torà e servire il Signore nella preghiera e nell’osservanza dei Suoi precetti.
  2. Etrog/אתרוג/Cedro: se anagrammiamo il termine in ebraico (את-גור / ET-GUR), appare un’allusione al verso dell’Ecclesiaste (12:13) “Abbi timore del Signore e osserva i Suoi precetti, questo è l’uomo”. Significa che dobbiamo tenere presente sempre un senso di timore reverenziale verso il Creatore, che è per l’individuo il primo stimolo verso l’osservanza della Torà. Non solo, ma la particella את/ET che è formata dalla prima (א alef) e dall’ultima (ת tav) lettera dell’alfabeto ebraico, rafforza il concetto che questo rispetto deve essere completo e ci deve essere “dall’inizio alla fine”.
  3. Hadas/הדס/Mirto: in questo caso la scomposizione della parola ma anche la possibilità interpretativa che una lettera possa intendere una parola intera (הס-ד׳ין / HaS-DYN) ci fa interpretare questa pianta come una forza che possa “mettere a tacere il giudizio (negativo)” che fosse stato decretano su di noi. Infatti i giorni di Sukkot sono giorni in cui il Signor giudica il mondo sull’acqua. Se mandarla o non mandarla, se poca oppure troppa e distruttiva. Il mirto simboleggia la nostra richiesta umile affinché siamo giudicati per ricevere in questo nuovo anno la giusta quantità di acqua.
  4. ‘Aravà/ערבה/Salice: come per la palma, se dividiamo la parola ebraica (ער-בה / ‘ER-BaH) si crea l’espressione “Sii desto in essa”. Senza scherzare troppo sul richiamo della pronuncia in italiano di questa espressione, il significato che si cela in essa è molto importante. Nonostante la pianta non abbia ne odore ne sapore, quindi di scarso valore, la si lega comunque insieme alle altre di più pregio. Così dobbiamo essere sempre svegli e attenti anche sulle questioni sociali. Quindi abbiamo il dovere di avvicinare e legare a noi anche le persone più umili e misere senza ergersi con superbia al di sopra di esse.

Le quattro specie alludono alle quattro lettere del Nome ineffabile del Signore; unirli insieme vuol dire unificare il Nome di Dio grazie alla pratica non solo nei doveri verso di Lui, ma anche di  quelli verso il prossimo. Auguriamoci di essere individui in grado di farlo consapevolmente.

Moadim lesimchà e Shabbat Shalom!!