Pensiero della settimana

6 Ottobre 2019

CON LE PAROLE DI RAV LOCCI

5 Tishrì 5780/4 Ottobre 2019 – Shabbat Vayelekh Teshuvà

E l'Eterno disse a Mosè: Ecco si avvicinano i tuoi giorni per morire.

Deuteronomio 31:14

Questo versetto è citato dal Midrash insieme ad altri che parlano della morte di Mosè. Al riguardo i maestri insegnano fino a dieci volte è stato decretato a Mosè che non sarebbe entrato nella Terra di Canan ma che ancora non era stato scritto il dispositivo finale. Fu il Grande Tribunale che si rivelò a lui e gli disse: il tuo decreto è davanti a me; tu non andrai oltre perché è scritto (nella Torà, Deuteronomio 4:21) “Non oltrepasserai il Giordano”. Mosè, racconta il Midrash, non prese sul serio questo decreto quando gli fu notificato e penso che quando avrebbe fatto la sua preghiera, che aveva fatto perdonare molte gravi colpe dei figli d’Israele, avrebbe ottenuto il perdono a maggior ragione per lui. Il Signore, siccome aveva notato che la preghiera di Mosè non era stata solerte, decise definitivamente che il Suo servitore più fedele che non sarebbe entrato in Terra d’Israele.

Rav Eliyàh Lopian (1876-1970) nel suo libro Lev Eliyahu, spiega che se Mosè avesse pregato nel momento in cui gli fu decretato che sarebbe morto nel deserto, avrebbe superato il giudizio e gli sarebbe stato permesso entrare in Terra d’Israele. L’aver pensato che le sue preghiere comunque gli avrebbero giovato, è stato il grande errore di Mosè. A maggior ragione noi, in questo sabato tra il “Giorno del Giudizio” (Yom Hadin/Rosh Hashanà) e il “Giorno dell’Espiazione” (Yom Kippur), dobbiamo riflettere su quanto sia essenziale non far passare invano questi giorni propizi per pregare e chiedere il perdono per le nostre colpe.

Non posponiamo la preghiera e l’invocazione al Signore e, anche nel resto dell’anno, compiamo il nostro dovere nel momento in cui si deve fare. In questo modo non torneremo a mani vuote da dinanzi il Nostro Padre, il nostro Re.

Shabbat Shalom.